Fonti interne alla Conferenza episcopale italiana , dal 1988 al lavoro per definire la migliore interpretazione possibile dell’unica preghiera insegnata da Gesù ai suoi discepoli , assicurano che a novembre dovrebbe giungere il via libera della Santa Sede alla nuova formulazione proposta dai vescovi . Questa , dopo le oppurtune revisioni vaticane , prima è stata recepita nel 2008 nell’edizione della Bibbia curata dalla Cei , poi nel Lezionario , la raccolta delle letture proclamata durante la celebrazione eucaristica . Dunque manca solo l’adeguamento del messale , il libro bussola per il prete che presiede la messa , con i gesti da compiere e le parole da pronunciare . “ L’idea fondamentale è che Dio non può indurci in tentazione – spiega l’arcivescovo di Chieti , Bruno Forte , uno dei teologi più apprezzati in seno all’episcopato italiano - . L’espressione va intesa nel modo corretto , richiamato anche dal Papa , cioè nel senso di “ Trattienici dal fare il male “ , perché Dio non abbandona mai i propi figli , ma li sostiene sempre con il suo amore infinito “ . Come ricordato lo scorso anno dall’ex sottosegretario della Conferenza episcopale italiana , Giuseppe Betori , il cambio di traduzione di cui si attende l’approvazione ( approbatio )  della Santa Sede trovò concordi i cardinali Carlo Maria Martini e Giacomo Biffi , entranbi componenti della commissione ristretta del Consiglio permanente della Cei incaricata di studiare la questione . Spesso in disaccordo sul piano pastorale , l’uno punto di riferimento della Chiesa progressista , l’altro portabandiera dei conservatori , i due prelati trovarono la quadra sul “ Padre nostro “ . Un mezzo miracolo .

"Non ci indurre in tentazione  ma liberaci   dal male".

In tentazione Dio non induce mai nessuno. Dio tenta soltanto con doni di Bene , per attirarci a Sé. Noi, interpreteremmo male queste parole, credendo che esse vogliano dire che Dio ci induca in tentazione per provarci. No. Dio  che è nei Cieli il male lo permette ( per il libero arbitrio ) ma non lo crea. Egli è il Bene da cui sgorga ogni bene, ma il Male c'è. Ci fu dal momento in cui Lucifero si aderse contro Dio. Sta a noi fare del Male un Bene, vincendolo e implorando da Dio le forze per vincerlo. Ecco che cosa chiediamo con l'ultima petizione, che Dio ci dia  tanta forza da sapere resistere alla tentazione. Senza il suo aiuto Satana ci piegherebbe, perché esso è astuto e forte e noi siemo al suo confronto ottusi e deboli; ma la Luce di Dio ci illumina, la Potenza di Dio ci fortifica, l'Amore di Dio ( del Padre ) ci protegge, così        il  Male  muore   e  noi ne restiamo liberati.
Se il mondo sapesse vivere il Pater, il Regno di Dio
sarebbe nel mondo, ma il mondo non sa pregare, non sa
amare, non sa salvarsi. Sa solo odiare,peccare,dannarsi.
Questa preghiera non è stata fatta e data per il mondo che
ha preferito essere regno di Satana. E’ stata fatta e data
per coloro che il Padre ha dato a Gesù perché sono suoi ed Egli l'ha fatta affinché siano una cosa sola col Padre e con Gesù fin da questa vita, per raggiungere la pienezza dell'unione, nell'altra.

Satana mette Giobbe alla prova

C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male. Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.
Ora i suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare anche le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme. Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro cuore». Così faceva Giobbe ogni volta.
Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro. Il Signore chiese a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra, che ho percorsa». Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male». Satana rispose al Signore e disse: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!». Il Signore disse a satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui». Satana si allontanò dal Signore.
Ora accadde che un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del fratello maggiore, un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi, quando i Sabei sono piombati su di essi e li hanno predati e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo».
Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è attaccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato io solo che ti racconto questo».
Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: si sono gettati sopra i cammelli e li hanno presi e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo».
Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro fratello maggiore, quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato io solo che ti racconto questo».
Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse:
«Nudo uscii dal seno di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!».
In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.
Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore. Il Signore disse a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra che ho percorsa». Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male. Egli è ancor saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo». Satana rispose al Signore: «Pelle per pelle; tutto quanto ha, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita. Ma stendi un poco la mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia!». Il Signore disse a satana: «Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita».
Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo. Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere. Allora sua moglie disse: «Rimani ancor fermo nella tua integrità? Benedici Dio e muori!». Ma egli le rispose: «Come parlerebbe una stolta tu hai parlato! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?».
In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a consolarlo. Alzarono gli occhi da lontano ma non lo riconobbero e, dando in grida, si misero a piangere. Ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere. Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.
Qui si evince come non sia direttamente il Signore a indurre in tentazione Giobbe , poiché Dio non procurerebbe mai dolore e sofferenza Egli è amore , carità , bene assoluto , ma lascia che sia Satana a comprovare le sue teorie sulla fedeltà dell’uomo verso Dio .